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Origine misteriosa di un luogo di culto sorto come ex voto da parte del mercante Michele Milizia che vi avrebbe nascosto il tesoro

Percorrendo una stradina campestre delimitata da un vecchio muro cosparso da fiori e piante aromatiche, si giunge sul sagrato di un’antica chiesa la cui origine è avvolta da un suggestivo alone di mistero. Circondata da aranceti profumati e da orti rigogliosi, la chiesa di Santa Maria della Neve, meglio conosciuta come “Michelizia”, si trova nel rione Carmine, un’area a vocazione agricola dove l’edificio spicca con la suggestiva cupola quattrocentesca e con il portale granitico frutto delle abili maestranze locali di un tempo.

Secondo un racconto popolare, intorno all’edificio vi sarebbe nascosto un tesoro, appartenuto al mercante Michele Milizia. Fu lui a volere, verso la fine del 1500, la costruzione della chiesa, come ex voto alla Madonna della Neve che lo avrebbe tratto in salvo da un sicuro naufragio durante una notte tempestosa. Dalla contrazione del nome e del cognome del facoltoso mercante sarebbe nata la denominazione di “Michelizia”.

La chiesa è uno fra i monumenti più affascinanti di Tropea. Dopo l’ultimo conflitto mondiale furono avviati alcuni interventi di ripristino e di tutela. Poiché non vi si pratica più il culto da diversi decenni, la chiesa della Michelizia è stata adibita a sede di concerti, mostre e manifestazioni culturali. Di recente è stata (ri)scoperta una cripta sottostante il presbiterio e la pavimentazione dell’unica navata. Dalle indagini archeologiche è stata individuata una fase duecentesca, con porzioni inferiori con affreschi dal sapore bizantineggiante. Ancora oggi il fascino della leggenda e il paesaggio pressoché incontaminato infondono una sensazione fiabesca per chi decide di inoltrarsi in quest’area di Tropea, saranno forse le emozioni che scaturiscono dalla visita il vero tesoro?