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Il Rinascimento Tropeano: l’Accademia degli Affaticati

L’Accademia
In piena età umanistico-rinascimentale, momento storico in cui la società mostra un rinnovato interesse per la classicità e in cui la cultura non è più appannaggio esclusivo degli ambienti conventuali, gli amanti delle lettere, delle scienze e delle belle arti decidono di costituirsi in Accademie. Il Cinquecento tropeano è caratterizzato da un risveglio culturale simile a quello di altre città italiane, con le quali i rapporti attraverso le comunicazioni marittime sono vivaci, e da una nuova identità intellettuale rappresentata da laici ed ecclesiastici colti interessati agli studi filosofici, medici, giuridici: è in questo clima che nasce l’Accademia degli Affaticati. Questo consesso di eruditi si riuniva per il piacere di coltivare e confrontare le proprie conoscenze in tutti i campi dello scibile umano. Gli Affaticati si erano dati questa denominazione bizzarra, così come avevano fatto altre associazioni, salvo poi assumere come motto la frase “indefessus agengo” (dalle Metamorfosi di Ovidio e riferita ad Ercole), cioè instancabile nell’agire, che appariva sul loro emblema: il Globo celeste al centro di un ovale sormontato da una fenice con una penna d’oca in bocca.

Le origini
Le notizie storiche circa la data di fondazione sono pressoché nulle, soprattutto perché molti importanti documenti custoditi nella Curia Vescovile e nei monasteri andarono perduti a causa di incendi o terremoti. Nei discorsi tenuti da alcuni suoi membri, trascritti nelle “Memorie dell’Accademia detta degli Affaticati della Città di Tropea incominciate a registrare nell’anno dell’era volgare 1778” e riportati in “Notizie archeologiche e storiche di Portercole e Tropea” (Napoli,1891) dallo storico tropeano Nicola Scrugli, si ipotizzava che l’istituzione fosse stata promossa da Mons. Sigismondo Pappacoda (vescovo dal 1499 al 1536), grande letterato proveniente da Napoli (sede, già dalla metà del XV secolo, dell’Accademia Pontaniana), che avrebbe ispirato la società colta del tempo. Ciò che è certo è che un simile sodalizio fosse già in essere intorno al 1560, quando i fratelli Giambattista e Benedetto Caivano componevano le loro poesie con chiari riferimenti alla stessa. Nel suo manoscritto “Chronologica Collectanea de Civitate de Tropea eiusque territorio” (1720), anche l’abate Francesco Sergio (1642-1727) affermava che l’Accademia fosse attiva già molto tempo prima della sua epoca.

L’attività degli Affaticati
Al vertice dell’accademia c’era il Presidente (Princeps) che, affiancato da un Segretario, rimaneva in carica un anno e sovente decideva gli argomenti da discutere, che spaziavano dalla letteratura alle scienze. Le adunanze si svolgevano una volta al mese nel convento dei Minimi Conventuali di S. Francesco d’Assisi e nelle aule del Collegio dei Gesuiti. In particolari ricorrenze civili e religiose, come il genetliaco del re, il Natale, la festa della Madonna di Romania, i soci si riunivano in Cattedrale per una manifestazione pubblica in cui recitavano il cosiddetto Coronale, una catena di sonetti legati tra loro in modo che l’ultimo verso del componimento di partenza fosse il primo di quello seguente, e così via. Gli affaticati assumevano pseudonimi riferiti ad una loro caratteristica e scelti con spirito goliardico: ad esempio Giambattista Pontoriero era detto l’Infuriato, Luigi di Francia l’Ansante, Alessandro Pelliccia l’Impacciato, Francesco Ruffa il Felice. Nel 1818 erano socie anche due donne Silvia e Beatrice di Francia, rispettivamente la Riflessiva e la Sagace. Da menzionare, infine, Cola Maria Fazali (autore nel 1577 di una raccolta di “Rime” in onore di Don Giovanni d’Austria, vittorioso nella Battaglia di Lepanto, cui partecipò un gruppo di patrizi tropeani), Antonio Migliarese (che diede alle stampe nel 1763 “Le favole di Fedro, e d’Aviano, e la Batracomiomachia d’Omero” tradotte in versi volgari), ed il filosofo Pasquale Galluppi (tra le numerose opere il “Saggio filosofico sulla critica della conoscenza” in sei vol. pubblicati tra il 1819 e il 1832). Questa dotta società cessa di esistere, dopo quattro secoli di alterne vicende, nel 1923.

Il Premio Tropea
Nel 2006 un gruppo di appassionati, docenti, scrittori, giornalisti, traendo ispirazione dal passato, decide di fondare l’Associazione Culturale Accademia degli Affaticati, con lo scopo principale di promuovere la diffusione della lettura soprattutto attraverso l’organizzazione del Premio Nazionale Letterario Tropea, concorso tra opere di narrativa edite nel biennio precedente, che si è affermato velocemente nel panorama dei concorsi letterari italiani e che alla sua quinta edizione ha ampliato la sua offerta creando, in collaborazione con altre realtà del territorio, il TropeaFestival-Leggere&Scrivere, sei giorni di incontri e dibattiti culturali che hanno coinvolto amanti della lettura di ogni fascia di età.