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La scalinata dove il tropeano doc scende per recarsi nelle spiagge sabbiose costellate dagli scogli dei “Missaggi” e della “Papera”

Scendendo la stradina che da Via Libertà porta al Convento dei Frati Minori, detto “La Sanità”, possiamo ammirare il lungomare che delimita la rupe di Tropea e le spiagge a ridosso dello scoglio di Santa Maria dell’Isola, che, solennemente emerge dinnanzi il borgo antico. Proseguendo sulla destra del Convento, inizia la discesa verso il mare, “a calata du Cummentu” in dialetto tropeano. Questa scalinata è da sempre la preferita dei giovani tropeani, poiché permette in poco tempo di recarsi a piedi dai quartieri moderni direttamente nella spiaggia sottostante. Tutto il litorale, ricco di lidi balneari e locali, è largo e sabbioso con due sole eccezioni.

Gli scogli dei “Missaggi”, chiamati così perché secondo la leggenda, dopo una notte tempestosa vi fu rinvenuto un naufrago moribondo di immense dimensioni che fece segno di voler scrivere qualcosa, i tropeani recatisi a soccorrerlo gli fornirono un foglio dove scrisse: “Io non so chi io mi sia, né donde io venga e la mia vita è breve.”

Dopo un’ora, infatti, spirò e il suo corpo fu sepolto nei pressi della chiesa dei Santi Filippo e Giacomo. L’altro scoglio, detto, della “Papera” per via della forma, che un tempo ricordava il becco di una papera e ospitava una grotta naturale ad arco che l’attraversava formando una galleria, era il luogo privilegiato per rifugiarsi dalla calura estiva, per riposare, giocare e organizzare dei pic-nic, in tropeano “scialatea” con frutta, verdure e prodotti tipici del luogo accompagnati da pane fresco e buon vino.