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“Passo del Cavaliere”

Radura a strapiombo su ripidi scogli frastagliati da insenature sabbiose ai confini di Tropea, passo che rievoca nel suo nome suggestivo la leggenda locale di un amore non corrisposto

A sudovest del territorio comunale di Tropea, in località Campo Inferiore vi è una zona che porta il nome “Passo del Cavaliere”. Questa area è una delle poche non urbanizzate della città tirrenica: vaste radure incontaminate, lussureggianti di alberi e piante della macchia mediterranea, qualche villa elegante con giardini aromatici e stradine di terra battuta, che portano verso alti dirupi a strapiombo sul mare scintillante oltre le siepi di leopardiana memoria. Secondo un’antica leggenda tramandata sia oralmente che in opere di storici e studiosi locali, in un periodo imprecisato, immerso tra storia e mito, in questo luogo incantevole un nobile cavaliere incontrò una giovane e bellissima amazzone intenta a raccogliere fiori. Per l’uomo fu amore a prima vista, ma non per la giovane che insensibile alle frasi lusinghiere declinò l’invito ad unirsi a lui. Il cavaliere in preda alla bramosia d’amore non si diede per vinto, iniziò così un rapido inseguimento a galoppo sul nobile destriero, per tentare di rapire l’amata restia ad ogni sua proposta. Quest’ultima, ben conoscendo la conformazione di quei luoghi, cominciò a correre verso il dirupo disseminato di cespugli ingannevoli.

Giunta al margine a picco sul mare, l’amazzone senza farsi scrupoli verso l’indomito amatore, con un’abile finta fece cadere nella trappola il cavaliere che precipitò da quell’alta parete rocciosa perdendo così la vita sfracellandosi sugli scogli insieme al fedele destriero. Da qui il nome “Passo del Cavaliere”, un mito dal sapore tragico e a tratti farsesco, una reminiscenza del tema parodistico dei poemi cavallereschi che ebbe il suo fulcro nel celebre Don Chisciotte di Miguel de Cervantes. Qui la costa è sostanzialmente diradata, abbiamo solo piccole insenature sabbiose raggiungibili a nuoto o in barca. I fondali molto rocciosi tingono di scuri rilessi il moto languido delle onde, quasi a simulare un vibrante velo funereo che avvolge per sempre lo sfortunato cavaliere in un alone di leggenda.