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La grotta dello scheletro è un affascinante antro marino

che sorge in prossimità di un sito anticamente adibito a cava di pietra ancora oggi visitabile percorrendo il litorale

La “grotta dello scheletro” detta anche la “grotta del cadavere” o “grotta bianca”, è situata in un’area al confine tra il Comune di Tropea e quello di Ricadi, poco prima della spiaggia di Riaci. Questa denominazione dal sapore un po’ macabro deriva dalla particolare colorazione che assume il corpo di chi vi entra. Per un gioco di luci riflesse, infatti, la parte sommersa diventa candida, di un biancore “cadaverico” che fa pensare a un corpo privo di vita.

Nonostante il nome potrebbe far pensare al primo impatto a qualche fatto cruento o ad una leggenda spaventosa, chi decidesse di avventurarsi a nuoto al suo interno capterebbe solo emozioni cariche di energia. Raggiungibile via mare può essere esplorata anche a piedi dalla vicina Baia di Riaci ma solo se il mare è calmo e se non si teme di scivolare dagli scogli su cui necessita arrampicarsi. Nella prossimità della suddetta grotta si trova una spiaggia suggestiva denominata Petri i mulinu in dialetto locale: pietre per i mulini. Il nome deriva dal fatto che anticamente questo sito era adibito a cava di granito per lavorare ed estrarre le macine per i tanti mulini, frantoi e trappeti disseminati presso le valli dei fiumi e dei torrenti del comprensorio di Tropea.

Il piano dell’antica cava è ubicato sulla piattaforma costiera ed è delimitato dalla parete rocciosa della falesia. Ancora oggi possiamo trovare grandi macine in stato di semilavorato a fior d’acqua, in altri punti le cavità di diverse grandezze danno l’impressione di avere delle vasche. L’impianto è perfettamente conservato e sottoposto a vincolo archeologico dalla Soprintendenza. Occupa numerose piattaforme rocciose in calcarenite sulle quali si susseguono, senza soluzioni di continuità, le tracce di tutte le fasi di realizzazione delle macine. Sono state individuate due possibili bitte di ormeggio ricavate con la stessa tecnica di scavo utilizzata per le macine, probabilmente adibite allo stazionamento delle imbarcazioni per il trasporto via mare dei materiali lapidei.